Bonjour mes amis compagnons de la coupe!
Questo è un articolo da leggere con un marcato accento francese alla Poirot e anche con il naso all’insù, perché vogliamo raccontarvi di un’altra delle nostre cenette al confine fra il serio e il faceto, questa volta, come avrete intuito, a tema francofono. Lo scorso 22 novembre, quando Marzia e Ruggy si sono presentati alla nostra porta con una bella baguette (seppur non sotto l’ascella come vorrebbe la tradizione), il nostro appartamento a Nichelino si è infatti improvvisamente trasformato in un salotto bohemien di Montmartre, dando inizio alla serata dal titolo
“Mon cher, voulez-vous boire avec moi?”
Ci sono voluti una decina di giorni di fitta corrispondenza fra me e Marzia per organizzare tutti i dettagli della Grande Soirée, riassunti poi nel “Très chic menu” che vedete qui
Immaginandoci lungo un boulevard Parigino, abbiamo dato il via al primo brindisi della serata: al grido di “Liberté Egalité Fraternité!!!”, abbiamo incrociato calici colmi di Châteuneuf du Pape, vendemmia 2008 della Maison Trintignant: gli occhi sono stati appagati da un colore intenso, come inchiostro nero nel bicchiere, il naso infervorato da sentori di prugna e note di cacao, il palato deliziato in un trasognato equilibrio fra i blend di Grenache, Syrah e Mourvedre; ad accompagnare questo nettare, delle Petites Quiche Maison: una classicissima ed intramontabile quiche Lorraine preparata dalle sapienti mani di Marzia ed una Quiche de poireau preparata da me, tutto in formato mignon.
Siamo così giunti al piatto forte della serata: la raclette. Approvvigionate massicce dosi del tipico formaggio, quando questo ha cominciato a sciogliersi sotto l’apposita griglia, lo abbiamo “raclé” e colato sulle patate cotte al cartoccio, sottaceti e sottolio (rigorosamente “maison” anche quelli e confezionati dalle sapienti mani della mamma di Marzia) e su affettati vari.
Ad innaffiare questo tripudio di lipidi e trigliceridi un Hauts de Pontet-Canet 2006, di Alfred et Gerard Tesseron: il martello tannico destruttura la grassezza della raclette, lasciando il posto a suggestioni di mirtillo, sottobosco, a sbuffi di tabacco da pipa. Il palato vibra e ti trascina via con una scia di freschezza inaspettata, sorprendente, che ti porta a pensare che potrebbe valer la pena di ritrovarsi fra almeno 5 anni, davanti alla stessa bottiglia, con gli stessi amici, per percepire le note più alte di questa poesia senza tempo.
Quando ormai un esame ematologico avrebbe evidenziato solo più tracce di sangue nell’alcool e nel colesterolo, non potevamo concludere la serata senza una nota dolce: freddati i bollori della griglia per la raclette, cancellate dal tavolo le ultime tracce di lipidi, le nostre pupille, già dilatate dall’ebbrezza, si sono sciolte di fronte ad una goduriosa e lasciva Moelleux au chocolat, servita avec Jurançon doux 2012 Domain Lasserre
il bicchiere si presenta di colore paglierino con riflessi verdi e argentei, quasi perlescenti; il bouquet, intenso e sottile, rivela aromi di frutta e agrumi, con un finale lungo e rotondo. Lascia un palato tridimensionale, dolce “ma non troppo”, fresco, equilibrato, pennellato ad arte con evidenti richiami di frutta e agrumi che, per rimanere in tema francese, ti riportano alla freschezza estiva di un quadro di Monet.
E così la serata è volata via, fra i tanti brindisi “Vive la France!” e tanti discorsi il cui filo logico andava a perdersi bicchiere dopo bicchiere, lasciando il posto ai primi progetti per la prossima serata …
Au revoir à la prochaine!
Patrizia & Marzia