Come definire una serata così?
La Compagnia del Calice stupisce di nuovo! Io sono ormai abituato all’elevatissimo standard qualitativo delle degustazioni e dei corsi della Compagnia, maaaa … che dire? Una serata così non si dimentica!
Si tratta della prima lezione … degustazione di un trittico dedicato ai “vini speciali“. Si e’ parlato di vini passiti: da un punto di vista di tecnica enologica, i passiti non possono essere definiti speciali … ma se lasciamo un attimo da parte la merceologia, e ci lasciamo guidare dalle sensazioni e dalle emozioni, beh, allora forse e’ addirittura riduttivo definire “speciali” i passiti che abbiamo degustato!
… Tre calici di “nettari divini” schierati davanti a me in un crescendo di riflessi dorati e di profumi avvolgenti, sono una immagine che non si dimentica …
Ecco i protagonisti della serata: il glorioso Sauternes, il nobile Tokaji, il sontuoso Moscatone di Ustica. E per finire una “guest star”, tanto particolare quanto spettacolare: un dolce e profumato “vin de glace”, “eroico” prodotto che viene dal freddo e dalla neve della nostra Val di Susa.
Ma andiamo con ordine.
La serata e’ stata introdotta da un simpatico “botta e risposta” tra Gabriele e noi “allievi”, in cui ciascuno di noi ha menzionato un vino passito particolarmente rilevante per sè. Poi abbiamo seguito una panoramica generale sui vini Passiti generale, sulla loro origine, i vitigni di riferimento, le classificazioni in base alle tecniche di appassimento – considerando anche alcuni casi particolari, come l’ Amarone o gli impronunciabili “Trockenbeerenauslese”.
Ma ecco finalmente l’attesa degustazione, rigorosamente alla cieca, per aggiungere un po’ di suspense ad una serata già di per sè emozionante! ed opportunamente accompagnata da alcuni abbinamenti gastronomici: Patè d’oca, Roquefort e un grasso e cremoso caprino a latte crudo.
Come ho ricordato poco fa, i tre calici davanti a me schierati in ordine di colore, in attesa di essere degustati, sono stati uno spettacolo che ogni amante del vino non dovrebbe perdere.
Mi e’ stato evidente perchè questi vini sono anche detti “da meditazione” !
Giorgio e Gabriele ci hanno guidati nella scoperta del prezioso contenuto di ciascun calice, aiutandoci a dargli un nome, e completando l’ analisi sensoriale con gli abbinamenti. Alla fine, il Sauternes, il Tokaji e il Moscatone hanno rivelato loro il loro carattere unico ed inconfondibile: speciale e “regale” il Tokaji (il vino delle corti delle ‘800 a base di uve Furmint), nobile ed sempre equilibratissimo il Sauternes (ecco perchè la sua fama mondiale), mellifluo ed avvolgente nella sua dolce morbidezza, il Moscatone di Ustica. Come accennavo sopra, l’ ultimo calice, il vino di ghiaccio, la “perla rara” che viene dal freddo, ha chiuso una serata che non avrei voluto perdere per nessuna ragione. Un ice wine da uve a bacca rossa tipiche della Valle di Susa (Bequet, Avanà e Chatus) che gli amici di Casa Ronsil di Chiomonte porta avanti come tradizione sfidando il termometro con una vendemmia notturna tra la neve a oltre -10°. Eroici!
I vini degustati:
- Sauternes, Castelnau de Suduiraut, 2009
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Tokaji 4 Puttonyos, Monyok, 2000
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Zhabib Ustica, Hibiscus, 2014
- Ice One, Casa Ronsil, 2012
Stefano