Dopo avervi raccontato l’esperienza della potatura secca di inizio febbraio, rieccoci in vigna a Vicoforte (CN) a buttar fuori le tossine della frenetica routine della settimana lavorativa. La terra e le temperature sono ancora fredde e, prima che la natura si risvegli completamente dal ”letargo” invernale, occorre intervenire per sostituire le piante morte, individuate in fase di potatura, con nuove barbatelle.
Con badile e piccone i nostri prodi – Giorgio, Antonio, Marco e Gabriele – asportano le vecchie viti “killed in action” e preparano il terreno ad accogliere nuove truppe dell’esercito del vino.
Le nuove piantine di vitis vinifera (detta anche vite europea), varietà Dolcetto, sono state dal vivaista opportunamente innestate su un classico portainnesto di tipo SO4, un incrocio di Vitis Berlandieri e Vitis Riparia, due tipi di vite selvatica americana le cui radici sono resistenti all’attacco della fillossera, il parassita che tra fine ‘800 e prima metà del ‘900 distrusse quasi completamente il “vigneto Europa”.
Dopo aver scavato una buca di circa 40 cm e aver depositato la nostra barbatella con le radici ben stese ed accorciate ad una lunghezza di 10-12 cm, si coprono le stesse con un leggero strato di terra e poi si arricchisce un po’ il suolo con due manciate per vite di concime organico (sterco di vacca “lavorato” dai lombrichi). Dopo di che non resta che ricoprire e pressare bene per evitare che le radici vadano in marcescenza e che la pioggia “scavi” la buca portandosi via la terra. Quest’anno non è davvero necessario innaffiare le barbatelle!
Detta così, sembra piuttosto facile. E in effetti lo è. Peccato che le barbatelle siano tante, e che le piante vecchie morte siano ostiche da rimuovere (e che lanciando nel bosco i vecchi ceppi a mo’ di discoboli, un viticoltore di città possa facilmente smontarsi una spalla!). Talvolta, mentre si scava, si fanno incontri con i simpatici per quanto non bellissimi abitanti della collina, vero Mr. Frog?!?!?
E dopo solo qualche settimana di sole e pioggia …. ecco che il miracolo della vita si compie. Dalla cera che proteggeva le nostre barbatelle spuntano le prime gemme che diventano rapidamente foglie e piccoli tralci. Tra un paio d’anni queste giovani viti entreranno in produzione e assaggeremo insieme il frutto di questa bella giornata di sole!
Vi aspettiamo per la prossima puntata del nostro itinerario in vigna attraverso le stagioni.
Giorgio e Gabriele