Per i Piemontesi “occidentali”, per intenderci quelli delle province di Torino, Cuneo e Asti, che considerano se stessi come i veri Piemontesi (non ce ne vogliano gli altri), la Colline Novaresi e la Val d’Ossola sono la parte più misteriosa e ignota di quel primo accenno di Lombardia che sono le provincie di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Un mondo un po’ alieno ai margini della regione, noto semmai per un’occasionale gita al Lago Maggiore o perché ci si passa per andare a Milano. Si contano sulle dita di una mano gli appassionati di montagna “occidentali” che abbiano visitato anche una sola volta la Val d’Ossola o la Val Vigezzo o il Parco della Val Grande, e altrettanto rari sono gli “occidentali” enofili che abbiano in cantina una bottiglia delle Colline Novaresi, che non sia magari un antico Ghemme lasciato in eredità da un nonno e relegato da decenni sul fondo degli scaffali più polverosi! Qui invece sono di casa i Milanesi.
Eppure l’area vitivinicola delle Colline Novaresi, adiacente a quella di Gattinara e della Colline Biellesi, è Piemontese fino al midollo per i suoi vitigni autoctoni e i vini dal carattere deciso: Nebbiolo in primis, che pare essere originario proprio della fascia pedemontana e non delle Langhe dove si è notoriamente accasato; ma anche il Greco (denominazione locale del più noto canavesano Erbaluce) e poi tre altri autoctoni d’eccellenza, la Vespolina, la Bonarda Novarese o Uva Rara e la Croatina. Quest’area nella prima metà del ‘900 era occupata da oltre 30000 ettari di vigneto, si confronti questa cifra con gli attuali 70-80.000 dell’intero Piemonte. Poi prima la fillossera e subito dopo, nel secondo dopoguerra, il repentino e quasi totale abbandono dell’agricoltura pedemontana a favore di un’industria ancora oggi fiorente e all’avanguardia, li fecero scendere a poche centinaia, oggi stabili o persino in leggera crescita grazie a quella che appare sempre di più come una vera e propria rinascita. I vini di Ghemme, Gattinara, Boca, Sizzano, Fara erano cent’anni fa tra i più noti d’Italia ed erano esportati in tutto il mondo dove rivaleggiavano con gli altri Nebbioli “nobili”, quelli delle Langhe Albesi, non a caso i nomi di questi paesi sono le prime DOC d’Italia e il Ghemme è una delle prime DOCG.
In questo itinerario scopriremo le due enclave forse più piccole ma intriganti di questo comprensorio, quella di Boca a ridosso delle montagne e quella dell’estremità orientale dei Colli Novaresi, nei dintorni di Mezzomerico e Oleggio, praticamente in pianura ai margini delle grandi risaie e del fiume Ticino.
Alle spalle di questo territorio collinoso e dei Laghi Maggiore e d’Orta che lo delimitano a Nord, la Val d’Ossola. La valle parte ad occidente del meraviglioso Golfo Borromeo del Lago Maggiore, poi gira a destra e punta dritta a Nord per ben 70 Km verso il cuore della Svizzera, cinta ad Ovest dalla gigantesca bastionata di ghiaccio del Monte Rosa e degli altro 4000 del Vallese, ad Est dalle Alpi Lepontine che dal Lago Maggiore e dall’oasi naturale della Val Grande salgono a formare il confine con il Canton Ticino. L’Ossola fu la patria degli antichi Leponzi, popolo di ceppo celtico che scriveva usando l’alfabeto etrusco e commerciava tra l’Italia e il mondo germanico d’oltralpe, vivendo in perenne lotta con gli scorbutici vicini occidentali ovvero i Liguri (insomma i Piemontesi). L’architettura delle case, tutte in pietra e con i tetti ripidissimi (veri pinnacoli di piode, le spesse e piccole tegole di pietra) ancora ricorda l’antica singolarità etnica dell’Ossola. Ad essa si sovrappose in tempi più recenti un’altra singolarità: la presenza dei Walser, popolazione di lingua tedesca che nel Medioevo, attraversando le Alpi, colonizzò la testata di alcune vallate per sfruttarne pascoli e alpeggi, e le cui tradizioni sono ancora vive a Macugnaga in Valle Anzasca e in Val Formazza.
L’Ossola ospita i vigneti più estremi del Nebbiolo, qui chiamato Prunent, posti sulle terrazze della media valle in alcuni paesi intorno a Domodossola. Un Nebbiolo di montagna, intensamente profumato, sapido e tannico, sorprendente. Ma l’Ossola è innanzitutto la patria di alcuni dei migliori formaggi delle Alpi, un vero scrigno di eccellenze che rispecchia la ricchezza dei suoi grandi spazi naturali incontaminati: dal Bettelmatt all’Ossolano, dallo Spress ai caprini. E i salumi non sono da meno.
Primo giorno
La prima tappa, poco fuori Romagnano Sesia, è l’azienda vitivinicola Antico Borgo dei Cavalli nel comune di Cavallirio. Siamo nella DOC “Boca” e l’omonimo vino è il prodotto di punta dell’azienda (70% Nebbiolo, 30% Vespolina). Oltre ai rossi monovitigno a base Nebbiolo (Il Silente), Vespolina (Ledi) e Croatina (Clea), si segnalano 3 prodotti particolari quali lo spumante metodo classico Cuticella Caballi Regis (Erbaluce), il passito Gocce di Luce (Erbaluce) e il Passiolo, un interessante passito di Nebbiolo.
Tra le specialità della cucina novarese vi sono sicuramente la paniscia e il tupolon d’asino, piccolo spezzatino con le verze, e una tappa gastronomica per un boccone di pranzo può essere l’Agriturismo L’Antico Sapore, in frazione Baraggia di Boca.
L’itinerario prosegue con il famoso Santuario di Boca attraversando i selvaggi boschi del Monte Fenera. Questa zona un tempo era completamente vitata, oggi spuntano qua e là le vigne autenticamente eroiche da cui si ricava quel gioiello che è il Boca. Boca è la DOC più piccola in termini di superficie dell’Alto Piemonte ma allo stesso tempo forse la qualitativamente più grande, capace di distinguersi per la consistenza dei suoi vini che nascono da terreni composti di porfidi rossi vulcanici, aridi e molto acidi. E’ un Nebbiolo (non in purezza, deve contenere Vespolina e Uva rara, ovvero Bonarda novarese, da sole o congiuntamente dal 10% fino al 30%) ben diverso da quelli delle Langhe o delle altre zone dell’Alto Piemonte: d’incredibile eleganza, minerale, di sostenuta ed equilibrata acidità, dal grande potenziale di invecchiamento.
Altra interessante azienda che merita una visita è Le Piane, in Boca, dove è possibile degustare il Boca DOC Le Piane (85% Nebbiolo, 15% Vespolina), Le Piane (100% Croatina) e La Maggiorina (taglio di Croatina, Uva rara, Vespolina e Nebbiolo in proporzioni variabili in base alle annate). Christoph Künzli con Le Piane ha trainato la rinascita di questa denominazione, con investimenti e sperimentazioni mirate e all’insegna della qualità totale. Tutto nato dalla passione di due svizzeri innamorati del Piemonte, e ossessionati dalla missione di far sopravvivere una tradizione che a metà anni ’90 era vicina all’estinzione.
Ulteriori produttori nella DOC Boca sono i Podere ai Valloni– un solo vino, il Boca, ma che vino,(70% Nebbiolo, 20% Vespolina, 10% Uva rara) suggerito in accompagnamento al salam d’la duja, alle tome valsesiane o al classico gorgonzola – Cantine Vallana, cantina di lunga tradizione che ha reso famosi i vini di Boca all’estero e in particolare nel mondo anglosassone.
Preseguendo verso nord, prima sull’autostrada A26 e poi sulla S.S.33, si giunge a Crodo. L’Albergo Edelweiss (in località Viceno di Crodo) offre un meritato relax dopo le fatiche della giornata con il suo centro benessere, ma soprattutto propone per una cena a base di specialità ossolane: mocetta di cervo, bresaola alle erbe alpine, salame di testa, mortadella ossolana con il fegato, violino di agnello; gnocchetti ossolani con il Bettelmatt o la ricotta ossolana; agnolotti al brasato; selvaggina tra cui cervo, capriolo e camoscio. Per accompagnare tali portate non si può prescindere dagli interessanti vini ossolani dell’Azienda Cantine Garrone di Domodossola, in particolare i rossi Prunent (clone ossolano del Nebbiolo), Cà ‘d Matè (70% Nebbiolo, 20%, Croatina, 10% Prünent) e il Tarlap (100% Merlot).
Secondo giorno
Mattinata dedicata alle Terme di Premia, modernissime, forse le più belle del Piemonte, con piscine interne ed esterne e light lunch presso la struttura. Siamo a metà di questo sorprendente tour enogastronomico è un break “salutista” non guasta!!!
Al pomeriggio visita al caseificio Latteria Sociale Antigoriana di Crodo e degustazione delle loro perle:
- Bettelmatt: formaggio grasso a pasta semicotta, ottenuto dal latte vaccino intero d’alpeggio di una sola mungitura, proveniente da vacche di razza Bruna Alpina. Può essere prodotto solo in 7 alpeggi delle valli Antigorio e Formazza. Assomiglia alla fontina ma è ancora più raffinato e profumato. Contende al Castelmagno (prodotto in Valle Grana, in provincia di Cuneo) il primato del formaggio più pregiato delle Alpi occidentali.
- Ossolano: simile al Bettelmatt (anche se esiste sia nella versione da latte intero sia in quella da latte parzialmente scremato), ma è prodotto su un’area più vasta sempre nell’alta Val d’Ossola. Due tipologie: d’Alpeggio, anche detto Grasso d’Alpe, e Ossolano semplice, prodotto anche in fondovalle.
- Spress: formaggio semigrasso a pasta compatta, semicotta e pressata, prodotto con latte di vacca parzialmente scremato e con l’aggiunta di latte di capra intero (dal 10 al 50%).
- Caprini ossolani e della Val Vigezzo: in entrambe le valli è fortissima la tradizione dei formaggi caprini, anche nella versione erborinata
Con meno di mezz’ora d’auto su una stupenda strada panoramica di montagna si raggiunge l’Alpe Devero (nel Parco Naturale Alpe Veglia e Devero), punto di partenza per una tranquilla passeggiata che ci conduce agli alpeggi di Crampiolo presso il lago di Devero, un’oasi naturale spettacolare. Certamente uno degli angoli più belli e meglio preservati delle Alpi Occidentali!
Cena all’Agriturismo Alpe Crampiolo di Adolfo Olzeri, uno dei più rappresentativi tra i produttori del Bettelmatt. Menu quasi esclusivamente a base di prodotti dell’azienda, cioè formaggio, burro, latte, carne, verdure, salumi: gnocchi all’ossolana (di farina di castagne) con salsa al Bettelmatt e noci, vellutata di cipolle, polenta o pizzoccheri con i formaggi o la carne, Raclette di Bettelmatt, ovviamente salumi e formaggi, e altro ancora. Pernottamento in agriturismo o presso uno degli altri rifugi e locande dell’Alpe Crampiolo (La Baita, Locanda Fizzi).
Terzo giorno
Il mattino successivo breve passeggiata (1h 15 min, 300m di dislivello) fino all’Alpe Sangiatto, dove in estate Adolfo Olzeri tiene il suo bestiame e secondo la stagione è possibile assistere alla produzione del Bettelmatt Alpe Sangiatto.
Dopo il pranzo, si torna a valle fino a raggiungere prima Mezzomerico nella DOC Colline Novaresi per visitare Il Roccolo – di cui segnaliamo il Valentina (100% Nebbiolo) e il Francesca (100% Greco novarese) – e poi Oleggio dove ha sede la Cascina Zoina – oltre al Nebbiolo Cordero della Zoina ed al Barbera Belvedere della Zoina, evidenziamo anche il rosato Nubie della Zoina (55% Nebbiolo, 25% Barbera, 20% Vespolina).
Volendo guardare in maniera più completa questo territorio, non possiamo non citare due ulteriori Denominazione, forse le più note di questo lembo di Piemonte, il Ghemme ed il Gattinara. Avessimo ancora un mezza giornata a disposizione, meriterebbero un visita anche l’Azienda Agricola Mirù di Ghemme – di cui si evidenziano il Colline Novaresi Bianco (100% Erbaluce) l’Uva Rara e ovviamente il Ghemme Riserva (95% Nebbiolo, 15% Vespolina) – e Il Chiosso di Gattinara – oltre al Gattinara e al Gattinara Riserva (100% Nebbiolo), si segnala anche il Vespolina.
Lasciamo questo terre ai piedi del Monte Rosa, avendo scoperto vini e formaggi rari e eroici che impreziosiscono il nostro panorama enogastronico.
Giorgio