E’ il 1977 e Daniele Cernilli accompagna un suo amico pseudo-enogastronomo a comprare del vino “per far colpo sulle fanciulle”.
Comincia così la storia di uno dei promotori del progetto “Gambero Rosso”, inventore del premio 3 bicchieri e tanto altro.
Dopo tanti anni, tante degustazioni e tante recensioni, nel 2006 Cernilli ha voluto scrivere qualcosa di divulgativo sul vino senza pontificare o senza essere troppo tecnico.
Le sue “Memorie” sono quindi uno spaccato ironico, ma di grande competenza sulle maggiori regioni produttrici e sui personaggi che hanno segnato la storia del vino e che per lui sono stati significativi.
Il vino moderno come lo conosciamo inizia a Bordeaux nel Settecento, continua con il grande critico Robert Parker fino ad arrivare in Borgogna e in Champagne.
C’è poi la Langa: il Barolo, il Barbaresco e c’è Gaja che ha fatto per il vino quel che Armani ha fatto per la moda.
E c’è Elio Altare i suoi “Barolo boys” che hanno dato vita ai “modernisti” che tanto hanno fatto e fanno discutere.
Si va poi in Toscana, col Brunello e i Supertuscan, in California, ed infine si esplorano i vini biodinamici.
Alla fine del viaggio Cernilli ci descrive i suoi 50 vini preferiti, non tanto dandone una semplice descrizione organolettica, quanto facendoli immaginare.
Però un conto è ciò che si vorrebbe avere in cantina, un conto ciò che si dovrebbe salvare in caso di diluvio universale per tramandare ai posteri. E quindi una cassa contenente 12 bottiglie di vini da sogno, incluso quel Barolo Monfortino che ha allietato una serata della Compagnia del Calice.
Un libro che è una dichiarazione d’amore all’enologia che piacerà anche agli esperti e “aux nouveaux explorateurs”.
Marzia Paderi