Nella vita ci sono momenti, eventi, sensazioni, che nascono come chimere, obiettivi remoti, sogni che non si è certi di poter vivere, ma che racchiudono la quintessenza di una passione.

E’ così che è nata l’idea della Compagnia del Calice di organizzare quelle che chiamiamo Super Degustazioni, eventi collaterali alle normali serate di cui già avete potuto leggere in queste pagine, in cui si degustano grandi vini.

E la prima di queste Super Degustazioni non poteva che essere sulle migliori espressioni enologiche della nostra terra: I Signori del Barolo. L’idea di base della degustazione era quella di assaggiare due delle migliori etichette che il Piemonte potesse offrire: Il Monfortino di Giacomo Conterno e un Barolo di Roberto Voerzio. Il tradizionale contro il moderno.

La prima scelta da fare è stata l’annata da degustare, e qui sono iniziati i primi problemi, perché la nostra idea di degustare l’annata 1999 è naufragata quasi subito a causa della difficoltà di approvvigionamento e ci siamo dovuti “accontentare” dell’annata successiva: il 2000.

La seconda scelta è stata quali vini presentare, sapendo che le due pietre miliari su cui poggiare l’evento erano appunto il Monfortino e il Voerzio. Dopo attente riflessioni, numerose escursioni nelle migliori enoteche di Torino e altrettanti confronti, la scelta è ricaduta su 4 vini:

Enzo Boglietti Barolo 2000 DOCG “Fossati” – La Morra
Elio Grasso Barolo 2000 DOCG “Runcot” – Monforte d’Alba
Giacomo Conterno Barolo Riserva 2000 DOCG “Monfortino” – Monforte d’Alba (ma la vigna di provenienza “Cascina Francia” è nel comune di Serralunga d’Alba)
Roberto Voerzio Barolo 2000 DOCG “Rocche dell’Annunziata – Torriglione“- La Morra

Grandi, anzi grandissimi vini, con gli ultimi due a rappresentare il top della serata, ma ben supportati da un altro Barolo moderno (Runcot – Elio Grasso, sebbene il resto della gamma sia d’impostazione tradizionale) e uno semi-tradizionale (Fossati – Enzo Boglietti), dando vita così ad una sfida tra due diversi modi di intendere l’enologia e prodotti dai costi e dalle aspettative differenti tra loro.

Tutto è pronto per iniziare la serata.

Tutto è pronto per iniziare la serata.

Per poter godere al meglio della serata, queste Super Degustazioni sono e saranno sempre a numero limitato, anche perché un evento di questo tipo richiede una certa sacralità e una convivialità che permetta di godere al meglio della serata. Per l’occasione, ad aggiungersi alle 13 persone che si erano pre-iscritte alla degustazione durante la serata dei vini toscani, la Compagnia del Calice ha avuto anche l’onore di avere come ospite Antonio Dacomo, uno dei maggiori esperti torinesi del settore e già Sommelier di rinomati ristoranti italiani, che ha guidato i partecipanti nella degustazione di questi 4 Baroli.

Degustazione che, per permettere la più imparziale valutazione possibile, è stata fatta “alla cieca“. I vini sono stati infatti serviti in calici numerati e nessuno dei partecipanti sapeva quale vino stava assaggiando, dando così ulteriore interesse all’evento. I vini sono stati quindi degustati senza un ordine preciso ed ognuno dei partecipanti doveva cercare di capire quale vino stesse assaggiando.

Degna di menzione l’apertura dei vini; è stato affascinante ammirare i 4 tappi ognuno con le proprie caratteristiche: CdC_I_Signori_del_Barolo_Tappi

Boglietti:  tappo uniforme, una vera e propria carta d’identità. Riportava: nome azienda, il cru (Fossati) e l’anno della vendemmia
Conterno: tappo classico, correttamente poroso. C’era scritto solo Az. Agricola Conterno – Monforte d’Alba
Voerzio: era un bel tappo lungo. Oltre il nome dell’azienda, era indicato il cru (Rocche dell’Annunziata/Torriglione)
Grasso: abbastanza compatto, la scritta non lineare riportava in modo classico il nome dell’azienda e la provenienza (Monforte d’Alba)
Insomma Conterno e Grasso sono classici anche sui tappi.

Davide, Antonio, Massimiliano, Fabio, Marco e Gabriele, organizzatori della serata e fondatori della Compagnia del Calice, hanno quindi atteso gli ospiti Marzia, Patrizia, Fabio, Max, Roberto, Claudio, Pier Davide, oltre al già citato Antonio, non senza qualche preoccupazione sull’esito della serata. L’emozione nel mescere i prestigiosi Baroli nei bicchieri degli ospiti era papabile e la stessa emozione è stata quella che ha giocato un brutto scherzo a Fabio, che con i 56 calici posizionati sul tavolo e pronti per essere degustati, ha sfiorato la tragedia enologica urtando un bicchiere e rischiando di innescare un pericolosissimo effetto domino.

Passata l’emozione iniziale e soprattutto il momento d’impasse, è arrivato il momento tanto agognato: quello dell’assaggio.

Il Monfortino di Giacomo Conterno, uno dei Re dei Baroli

Il Monfortino di Giacomo Conterno, uno dei Re dei Baroli

Il quattro vini sono stati gustati, più che degustati, cercando di godere di ogni piccola gioia che un vitigno così nobile come il nebbiolo può dare. I profumi di speziato si intrecciavano con la freschezza della viola e i sentori di frutti rossi in confettura e il palato si preparava ad accogliere la freschezza che la longevità dei produttori lasciava presagire e il morbido tannino, marchio di fabbrica dei grandi Baroli.

Dopo il primo assaggio, si sono scoperte le carte e soprattutto i nomi delle bottiglie e quel che i sensi della maggior parte dei partecipanti aveva percepito è stata immediatamente ribaltata dalla realtà.

A detta di molti, infatti, il miglior vino in degustazione era il primo, che molti avevano identificato come il Monfortino o il Voerzio. Allo stesso modo la degustazione aveva portato a credere che il quarto vino, quello considerato più spigoloso e con caratteristiche meno armoniche, era quasi all’unanimità associato al Fossati di Boglietti.

Niente di più errato! Con sommo stupore degli astanti, invece, il primo vino era proprio il Barolo di Enzo Boglietti, il più economico della serata con i suoi 47€, mentre il più spigoloso era proprio il Monfortino, nonostante fosse il più caro con i suoi 270€.

Sì, il vino che ha stupito maggiormente gli ospiti della serata è stato quello più inatteso, quello che a dirla tutta era stato preso perché, ci siamo detti: “con due ospiti in più del previsto potremmo mettere in degustazione un altro Barolo e avere un confronto più completo“.  I motivi di questo stupore erano dati dall’enorme freschezza che il vino mostrava nonostante i 13 anni di invecchiamento, l’armonia di tutte le componenti gusto-olfattive e profumi terziari molto spiccati e piacevoli.

Il secondo vino era invece l’Elio Grasso “Runcot”, Barolo di stampo moderno con lungo affinamento in barriques nuove di rovere francese, che aveva una buona persistenza e una notevole intensità. Un vino non semplice, che aveva bisogno di far superare l’impatto iniziale un po’ spigoloso per farlo apprezzare maggiormente.

Sua Maestà il Barolo

Sua Maestà il Barolo

Il terzo vino si è scoperto poi essere il Rocche dell’Annunziata – Torriglione di Voerzio, un vino che stuzzicava la fantasia e le aspettative della serata e considerato il principale protagonista insieme al Monfortino. Il vino in realtà si è dimostrato leggermente “ruvido”, anche se non è un termine che viene utilizzato in degustazione. Le aspettative su questo vino erano molto alte, che appena saputo che non era tra i due eletti a migliori vini durante la degustazione al buio, il nostro ospite, grazie all’amicizia con il produttore, ha dato vita all’aneddoto più particolare della serata, quando ha preso il telefono e ha chiamato direttamente Roberto Voerzio in via del tutto scherzosa e amichevole, per dirgli che nella degustazione al buio appena fatta con amici, il Rocche dell’Annunziata – Torriglione non era stato il migliore, come spesso capita ai vini di Voerzio.

L’ultimo vino rimasto era ovviamente il Monfortino, che come il Barolo di Voerzio lasciava inizialmente presagire un’emozione più intensa all’assaggio e un’esperienza gustativa più elegante e armonica di quanto in effetti sia emersa, anche se a detta di molti l’abbinamento con il parmigiano 30 mesi che avevamo scelto per la serata accompagnava questo vino meglio di tutti gli altri.

La serata proseguiva in modo molto conviviale, assaporando ogni aspetto di questi ottimi vini e si concludeva con la sensazione comune a tutti di aver fatto un’esperienza importante di degustazione, quasi mistica per chi si avvicinava per la prima volta a questi “mostri sacri“.

Altre Super Degustazioni accompagneranno la vita della nostra Compagnia, anche se, permettetecelo, la prima Super Degustazione è come il primo bacio: non si scorda mai.

              Davide