La serata del 9 maggio che abbiamo dedicato a due grandissime cantine di Langa – Elio Grasso di Monforte d’Alba e Cavallotto Bricco Boschis di Castiglione Falletto – non è stata solo una degustazione di vino, ma un appassionante confronto con i rappresentanti di tali cantine: Gianluca Grasso e Alfio Cavallotto. I vini, infatti, sono stati co-protagonisti insieme ai racconti, agli aneddoti ed alle esperienze che i nostri due amici hanno condiviso con noi de La Compagnia del Calice.

La sala è colma come per le grandi occasioni e tra i tavoli è palpabile la curiosità di conoscere  i nostri ospiti, ascoltare le loro storie e degustare i loro prodotti. Si stappano le bottiglie e ci si prepara alla mescita. 3, 2, 1 … Viaaaaa!
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Alfio avvia la serata raccontandoci le nobili origini delle sue vigne, il Bricco Boschis, un tempo appartenute a Giulia Colbert Marchesa di Barolo, la mecenate del Barolo “moderno” che portò in Langa a metà ‘800 l’enologo francese Louis Oudart. La prima etichetta che degustiano è il Pinner 2013, nome che evoca il vitigno d’origine, il Pinot Nero, vinificato in bianco per ottenere un vino fresco, sapido e fruttato, ideale come apertivo o per accompagnare pesce e crostacei.

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Prende quindi la parola Gianluca, che rievoca la scelta del padre Elio, che negli anni ’70 era bancario in Alba e viticultore a Monforte ma che all’inizio degli anni ’80 decise dedicarsi totalmente alla sua passione, la vite, allevandola e trasformandone le uve in vini che si imposero subito per qualità e carattere. E così andiamo ad assaggiare due suoi prodotti dell’ultima annata, il 2013, vini sicuramente un po’ giovani nei quali però i nostri attenti appassionati riscontrano quei valori che con qualche mese di maturazione in bottiglia emergeranno pienamente e nettamente. Il Dolcetto d’Alba “dei Grassi” 2013, spicca per il profumo di marasca e per i tannini irruenti. Il Langhe Nebbiolo 2013 ci emoziona con i sentori tipici del vitigno, frutti di bosco e note floreali di viola e ci stupisce per l’elegante e fresca  lavorazione solo in acciaio. Si torna sulle colline di Castiglione Falletto con il Langhe Freisa 2011 di Cavallotto, vitigno antico e parente del Nebbiolo, un “vinone” da 14° Vol. che affina 12-15 mesi in botte grande: sentori di frutti rossi e di spezie, un corpo e una struttura da arrosti e formaggi stagionati.

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La serata scorre piacevole. I vini sono apprezzatissimi, così come gli aneddoti e gli approfondimenti più tecnici. La Cantina Cavallotto, ad esempio, si è sempre caratterizzata per un’elevata attenzione all’ambiente e Alfio ci racconta con passione e orgoglio di quando, prima delle “mode” del biologico e biodinamico, già suo nonno innovava le gestione del vigneto con approcci ante litteram per allora. E per garantire bassi impatti sulla vigna e ridurre i trattamenti, Gianluca, invece, ricorda le nottate trascorse tra i filari a cercare e raccogliere a mano, foglia dopo foglia, le pericolese nottue, bruchi infestanti che danneggiano la vite.

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Tra un racconto e uno stuzzichino di Langa, arriviamo ai due vini top della serata, due Barolo Riserva di annate importanti, espressione di due cru di grandissimo valore.

Il Barolo Riserva “Runcot” 2008 di Elio Grasso affascina ed emoziona per la complessità olfattiva – etereo, con note di  confettura  di prugna e di ciliegia e sentori di viola, liquirizia e tabacco – complessità conferitagli dai terreni calcareo-argillosi della collina delle Ginestre, oltre che dagli oltre 40 mesi in barrique di rovere francese posizionate «bonde de côté».

Il Barolo Riserva “Vigna San Giuseppe” 2006 di Cavallotto, dopo la lunga macerazione ed aver trascorso quasi 5 anni in botti grandi di rovere di Slavonia, regala un palato di grande struttura,  persistenza e armonia, con la tradizionale austerità del legno grande e i tannini ben levigati dall’invecchiamento.

Grazie Gianluca e grazie Alfio per questa splendida serata trascorsa insieme. Non ci resta che venire a trovarvi a Monforte d’Alba e Castiglione Falletto per vedere i filari, le cantine e le altre persone che contribusicono alla cultura del buon vino.

Gabriele