Tannino si, tannino no. Il giro d’Italia de La Compagnia del Calice venerdì 25 novembre 2016 ha fatto tappa in Umbria, alle Cantine Arnaldo Caprai, il regno del Tannino ma non solo.
Caprai è al tempo stesso la storia e l’innovazione del Sagrantino. In Umbria da secoli si producono Vino ed Olio e Caprai ha contribuito a tramandare questa tradizione.
L’azienda ha un’estensione di circa 150 ettari, di cui 136 vitati. tutti appartenenti alle zone della D.O.C.G. Sagrantino di Montefalco, della D.O.C. Montefalco e della D.O.C. dei Colli Martani. Le estati sono calde ed asciutte e gli inverni freddi con qualche nevicata. Clima ideale per il Sagrantino.

La serata, come sempre all’insegna del buon vino e della convivialità, ha preso il via con il supporto di Tommaso Mazzocca della cantina con la degustazione di due bianchi tipici: il Montefalco Bianco DOC 2015 ed il Grecante Colli Martiani DOC 2015.

Montefalco Bianco vs Colli Martani

Il primo è un blend ben equilibrato di Grechetto, Trebbiano e Fiano, fresco con profumi di pera ed agrumi che fanno da preludio ad una buona mineralità. Il secondo, Grechetto in purezza con le sue note di frutta esotica: vino a nostro parere difficile ma con un po’ di attenzione gustativa può rivelare delle belle sorprese.
Non solo vino, ma con la crudité di verdure abbiamo avuto modo di assaggiare anche l’olio extravergine di oliva prodotto da Caprai. Fine, persistente e con note fruttate, di media acidità. Davvero una gran finezza.

Montefalco Rosso

Ed ecco i rossi: abbiamo iniziato col “base” di Caprai, Montefalco Rosso DOC, blend di Sangiovese, Sagrantino e Merlot: profumo di fiori di campo e frutti rossi, quasi vinoso, un buon vino da pasto.

Siamo poi passati ai “pezzi” forti, i signori incontrastati del tannino, delineati da un gran corpo e struttura!
Il Montefalco Sagrantino Collepiano DOCG 2010 ed il Montefalco Sagrantino 25 anni DOCG 2011.

Collepiano

Rispettivamente 22 e 24 mesi di affinamento in botti per arrotondare le spigolosità dei tannini nativi ed “acquisire” quelli nobili del legno, poi almeno 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Il primo, del 2010, ancora abbastanza scorbutico, di carattere e persistente, con in suoi sentori di mora, rosa e pepe. Il “25 anni “ di un anno più giovane, se si può dire più “pronto” dell’altro. Equilibrio ancora spostato un po’ sulle durezze, ma rotondo, con frutta sotto spirito e terziari che iniziano a farsi sentire. Completo, un grand bel vino, che, a parer nostro, entra di pieno diritto tra i top 10 dei migliori degustati in Compagnia. Voi cosa ne pensate?

Per finire il Montefalco Sagrantino Passito DOCG 2010. uno dei pochi passiti “rossi” Italiani, ma con la particolarità che a bilanciare il tenore zuccherino ci pensano i tannini al posto con la spalla acida tipica dei migliori passiti. Una vera chicca che ha stupito piacevolmente i soci intervenuti.

Bella cantina, bei vini, bella serata. Siamo stati onorati di avervi ospiti in questa tappa in Umbria. Il tour continua!

Breve storia del Sagrantino di Montefalco. Diverse sono le testimonianze storiche sui vini di Montefalco: Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historiae” cita l’uva Itriola, come uva tipica del territorio di Montefalco e alcuni studiosi l’accosterebbero al Sagrantino attuale. Già nel 1088 si scrive di terre piantate a vigna nel territorio di Montefalco. Possiamo affermare che il Sagrantino abbia almeno più di quattrocento anni. La menzione più antica sulla coltivazione del Sagrantino a Montefalco risale, infatti, al 1549 documentata da un’ordinazione di mosto di Sagrantino dell’ebreo Guglielmo, mercante di Trevi.

Carlo & Fabio

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