Seguendo le orme dei nostri vati, domenica scorsa abbiamo organizzato una serata sarda a casa mia, ospiti gli immancabili Marzia e Ruggy, mio fratello Fabrizio e la coppia Moreno-Rosanna: insomma, gli unici barotti eravamo noi Olivero, tutti gli altri isolani DOC.

Ma veniamo al resoconto della serata, a cominciare dal titolo: “Ajò, meglio Sardi che mai!”. Non potendo competere con la professionalità delle serate presso La Compagnia del Calice, l’abbiamo messa sul ridere. Ognuno aveva il compito di presentarsi con un piatto sardo, convogliati poi nel seguente menu.

menùPer l’allestimento del tavolo, segnaposti personalizzati con l’immancabile pecora sarda. L’aperitivo – pezzetti di pecorino procuratoci da Marco “del Calice” – è stato servito su un tipicissimo vassoio in sughero con a lato un bel peluche di pecora sarda che faceva pure “beeeeeeeh”!!!

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Ma veniamo alla carta dei vini. Per l’aperitivo non abbiamo voluto creare grandi aspettative, anche perché il primo antipasto consisteva nei carciofi e, come insegnatoci, con i carciofi non si abbina niente. Ci siamo quindi “sciacquati” la bocca con un semplice Giogantinu. Con la fregola e i mitici crugusciones di Adelchi (il babbo di Marzia) abbiamo servito un fresco, fruttato e intenso Is Argiolas (100% Vermentino). A seguire con l’agnello un muscolare Cannonau di Mamoida, il Mamuthone della cantina Giuseppe Sedilesu (profumi di spezie e frutta matura,  bocca pulita dai tannini morbidi e dolci). E per mio marito, amante + della birra che non del vino, birra artigianale “La Buffa”, rigorosamente sarda e con tanto di pecora in etichetta.

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E poi gran finale con un Vermentino di Gallura DOCG – Vendemmia Tardiva della cantina di Giogantinu, abbinato agli squisiti dolcetti di Adelchi. Pervasi dagli aromi fruttati di questo nettare degli dei (n.d.d: ci è persino parso di avvertire nettamente, ma solo per via retro nasale, sentori di viola mammola della Manciuria colta in prima primavera al calar del sole in un giorno di pioggia leggera) abbiamo chiuso la serata. E così, seppur ben lontane dall’eguagliare i nostri maestri, le piccole alcooliste crescono … ma soprattutto ingrassano.

Ajò!!!!

Patrizia