Cornice di tutto prestigio per la prima trasferta sotto la Madonnina de La Compagnia del Calice. L’occasione ci è stata offerta dall’Ente del Turismo Australiano, nell’ambito della settimana di promozione presso Eataly Smeraldo Milano, mercoledì 27 maggio. Lectio brevis sull’enologia australiana, accompagnata da una bella degustazione di 5 vini, differenti espressioni dei 2 principali vitigni australiani: il bianco e intenso Chardonnay e il rosso e profumatissimo Shiraz. Ridefinizione del francese Syrah, lo Shiraz può ormai definirsi “il” vitigno autoctono australiano, avendo trovato ormai da oltre un secolo un ottimo ambientamento con risultati eccezionali.
La storia dell’enologia australiana è sicuramente recente ma altrettanto sicuramente è una storia di innovazione e di grande qualità. Scoperta dagli Olandesi nel 1606, l’Australia fu colonizzata dagli Inglesi, dopo lo sbarco del Capitano James Cook nel 1770. Le prime viti arrivarono dal Sud Africa nel 1791 ad opera del Governatore Arthur Phillip con risultati non proprio soddisfacenti. E mentre in Italia si codificavano i disciplinari dei due vini più tradizionali e famosi dello Stivale, il Chianti e il Barolo, il giardiniere scozzese James Busby nel 1831 portava dalla Francia una collezione di oltre 600 barbatelle nei dintorni Sidney. Nasceva così la viticultura e l’enologia del Paese dei Canguri. Nell’800 prevalevano gli empire wines, vini fortificati sullo stile del Porto, richiesti dal mercato inglese. Da inizio ‘900, cambiano i gusti e si diffondo la produzione di vini secchi bianchi e i rossi base di uve Shiraz, con la successiva espansione di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Semillon.
La geografia della viticultura vede protagonista assoluto il South Australia, per decenni riferimento pressoché unico per la coltivazione della vite. Oltre alle più fresche e piovose Adelaide Hills, Clare Valley ed Eden Valley (zone adatte principalmente per le bacche bianche e gli spumanti), i due distretti più rappresentativi sono sicuramente la Barossa Valley e il Coonawarra: climi prevalentemente caldi e asciutti che determinano rossi significativamente concentrati nel colore e nei profumi e dal corpo e dall’alcolicità importanti (Shiraz e Cabernet Sauvignon). Degno di nota poi è il New South Wales con Riverina e, soprattutto, la Hunter Valley, dove il microclima lungo il fiume Hunter consente lo sviluppo della botrytis cinerea che attacca il Semillon, il migliore del paese (non per nulla chiamato Honey Hunter!). E poi ci sono la Yarra Valley nello stato del Victoria dove il clima più fresco è ideale per il Pinot Noir e l’isola del Tasmania dalle latitudini simili al nostro Alto Adige, habitat del Riesling. E spostandoci all’estremità occidentale dell’Australia troviamo la Margaret Valley con terreni più sabbiosi e granitici che esaltano la finezza ed l’eleganza dei vitigni borgognoni (Chardonnay e Pinot Noir).
L’assoluta qualità di questi territori è valorizzata dalla perizia e dall’innovazione dei cantinieri e degli enologi, apprezzati anche in Francia. I flying winemakers, effettuata la vendemmia e la vinificazione nel primo semestre dell’anno, volano durante la stagione invernale australe oltre Oceano per fare vini di stile fruttati, moderni, puliti e morbidi.
I primi due viti in degustazione sono stati due modernissimi Chardonnay, cremosi e legnosi, sapidi e persistenti, caldi e avvolgenti: Penfolds “Thomas Hyland” Chardonnay 2013 (Adelaide Hills) e Cullen “Kevin John” Chardonnay 2013 (Margaret River). Due gran vini prodotti da due realtà con caratteristiche tra loro diversissime. Penfolds, probabilmente la winery più famosa d’Australia, fu fondata nel 1844 da Christopher Rawson Penfold, un giovane medico inglese che acquistò dapprima la tenuta di Magill nelle vicinanze di Adelaide per poi espandersi in Barossa Valley, Coonawarra e altre zone non solo nel South Australia. Una produzione di oltre 20 milioni di bottiglie all’anno e una gamma di decine di etichette tutte di altissima qualità, tra cui spicca il celebre Grange. Approccio differente, artigianale di lusso, per Cullen Wines, cantina fondata nel 1971 da Kevin e Diane Cullen a Wilyabrup (Margaret River) partendo con soli 18 ettari di vigna. Clima marittimo, terreni rocciosi, nessuna irrigazione e pratiche biodinamiche sono gli ingredienti dell’altissimo livello dei loro prodotti tra cui spiccano il “Diane Madeline” (Cabernet Sauvignon/Merlot) e il nostro “Kevin John Chardonnay“, entrambi dedicati ai fondatori.
Se il vitigno australiano per antonomasia è lo Shiraz, non potevamo non degustarlo da varie angolature e in diverse espressioni:
- Hentley Farm “The Neighbours & Friends” 2013: Shiraz 100%, floreale quasi balsamico, lievemente tannico con buona acidità, femminile e fresco nel suo affinamento tutto acciaio. Alternativo!
- Penfolds “Bin 2 Shiraz Mataro” 2013: Shiraz 89% e Mataro (Mourvèdre) 11% e 8 mesi di riposo in legno di rovere francese e americano per un vino dai profumo di confettura di susine e amarene, pepato, con una buona trama tannica. Classico!
- Hentley Farm “The Beauty” 2013: Shiraz 97% con una piccola aggiunta di Viogner per renderlo più morbido, 18 lunghi mesi in barrique di cui 40% di prime passaggio, granato intenso, al naso frutti rossi (lampone e ciliegia) e neri (mirtilli e prugna) e note speziate e tostate, in bocca è avvolgente e coinvolgente con tannini levigati e morbidi, armonico e persistente. Big and blue!
Che vini incredibili!
Un grazie particolare a Franco Conti di Nuovo Mondo Vini che ha contribuito alla selezione dei vini di questa emozionantissima degustazione, con le perle di Cullen wines e Hentley Farm.
Gabriele