Domenica 16 giugno. E’ quasi estate e finalmente è arrivato il caldo. Forse troppo caldo per bere, ops degustare, vino ma… l’occasione c’è e non ce la facciamo scappare. E quindi?!?! Via in auto in direzione Dogliani, località Piandeltroglio, per andare a conoscere l’azienda LeViti di Silvio Levi e, in particolare, non il Dolcetto, vino principe della zona, bensì….
Ad accoglierci, come fossimo vecchi amici, è Lucia, che in occasione dell’apertura della Cantina per festeggiare il neonato Dogliani DOCG, è l’anfitrione che riceve e intrattiene gli ospiti.
La calura della giornata è subito contrastata dal fresco della cantina, teatro dell’incontro tra vecchi e nuovi amici con le bottiglie e i molti stuzzichini in assaggio. E poi arriva Silvio, viso dolce ma consapevole ed orgoglioso di presentare il suo nuovo Dolcetto di Dogliani DOCG, che va ad affiancarsi alle due etichette, ormai storiche dell’azienda: il profumato e beverino Cavalla – Dolcetto di Dogliani DOCG e l’armonico, strutturato e suadente Bric sur Pian – Dolcetto di Dogliani DOCG, fiore all’occhiello dell’azienda LeViti.
Ma il vero motivo della nostra visita è scoprire l’altro amore di Silvio, oltre al tradizionalissimo Dolcetto, il Brachetto. Ma se pensate, banalmente, alla variante “fuori zona” del celebre spumante di Acqui Terme, beh sbagliate di grosso. La versione che propone Silvio Levi è qualcosa di molto diverso. Il “Briosec Rosso”, innanzitutto viene, ahimè, classificato come vino da tavola, non potendo rientrare in alcun disciplinare permesso per la zona di Dogliani (per assurdo la DOC Langhe in anni recenti è stata estesa per accogliere molte tipologie di vitigni francesi fino ad oggi alieni in zona, ma non permette un uso innovativo dei vitigni tradizionali, limitandone il potenziale). Questo nettarenasce in vigna, facendo surmaturare le uve fino alla metà di ottobre per enfatizzare al massimo il carico zuccherino e aromatico tipico del vitigno. In cantina, poi, la fermentazione si prende tutto il tempo di cui ha bisogno per trasformare completamente gli zuccheri in alcol, ottenendo così un vino secco e fermo davvero sorprendente.
Versato nel calice, senza i soliti gesti vorticosi del polso, l’aroma di rosa arriva da solo al naso. E quanta rosa!!! Sentire questi profumi e sapere che è un vino secco disorienta, tanto più se uno cerca di immaginarne l’abbinamento gastronomico. Ma la seconda sorpresa arriva dopo il primo sorso. “Silvio, Lucia, mi hanno sempre insegnato che i vini rossi vanno serviti tra i 14° e 18°, mentre il vostro Briosec Rosso è pressoché gelato?!?!?” Eppure così è davvero fantastico. Ancorché i profumi evochino, indubbiamente un vino dolce, l’impatto “secco” che si ha in bocca è davvero piacevole forse perché ammorbidito in parte dal freddo e dalla glicerina dei suoi polialcoli. Infatti, la bassissima temperatura di servizio inganna sul calore del vino, che in etichetta dichiara 14,5° Vol. Ma un vino così come lo si apprezza? Sicuramente freddo e solo, proprio come l’abbiamo provato oggi, oppure come aperitivo alternativo. Ma se lo si assaggiasse in abbinamento a un piatto speziato delle cucina indiana, un pollo al curry o tandoori per esempio, oppure a una coloratissima paella valenciana, beh, non basterebbero certo le 500-600 bottiglie all’anno che l’azienda produce per soddisfare i nuovi estimatori!
E se qualcuno si domanda perché proprio il brachetto a Dogliani, beh, deve andare a trovare Silvio e farsi raccontare da lui non solo questa scelta ma anche la sua scommessa di vita, con la moderna migrazione “al contrario” dalla città alla campagna, sulle orme del bisnonno Daniele Camillo Levi.
Gabriele